Eternity, tema ed essenza della fotografia

OTTIMA VETRINA – La Milano Design Week che ha fatto da cornice del Salone del Mobile di Milano è un’ottima vetrina per presentare una nuova galleria d’arte come la svizzera (di St. Moritz) Art Jed Gallery, fondata a gennaio 2018. Che portava a Milano due mostre: “Eternity” e “Passion”. Entrambe di arte contemporanea, la seconda di pittura e scultura, la prima – che ci interessa più da vicino – più varia dal punto di vista delle tecniche: incisione, realtà virtuale, installazioni, fotografie. In comune la curatrice, Linda Bajare (“Eternity è curata insieme a Madgalena M. Gabriel). La mostra è stata, e sarà nelle prossime tappe, anche un’iniziativa di solidarietà a sostegno di “S.O.S. by Lena Perminova”, ex modella e oggi definita “IT Girl (una donna che detta la moda, che ispira il look). L’asta online delle opere è curata da Paddle8.

DIVERSE TECNICHE A CONFRONTO – Con lei abbiamo fatto una chiacchierata e una breve visita alla mostra “Eternity”. Tema dell’eternità che si può intendere sia come staticità – per cui un’opera del 1962 come quella di Pietro Manzoni, (1933 – 1963) “Achrome”, potrebbe essere stata realizzata oggi – ma anche viceversa, visto che nella lana c’è tanta quotidianità e non troppa tecnologia. Sia come evoluzione, che però non impedisce di mantenere fisso nella storia, e nell’arte, un evento quale l’arresto di Frank Sinatra, rappresentato con incisioni su pelle dell’artista inglese Mark Evans.

ENRICO GIACOMETTI – L’eternità si può interpretare anche come ripresa, reinterpretazione e omaggio ad artisti di famiglia, come Enrico Giacometti (1952) che riprende “L’homme qui marche” di Alberto Giacometti, lasciando che sia il vuoto nella struttura e una luce blu a disegnare la sagoma. Altre opere, sempre figure umane stilizzate, le realizza in ferro.

VASILLY KLYUKIN – Eternità, ancora, come nell’installazione di Vasilly Klyukin (1976): “White Tiger”, dove la figura della “tigre bianca” è realizzata solo dall’incastro di lastre bianche e nere disposte a ventaglio. A suggerire che l’organismo è insieme unitario e complesso, ma anche destinato a sfaldarsi.

PIERRE BONNEFILLE – Il bronzo di Pierre Bonnefille (1958) in cui l’artista incide i propri “disegni”, che lasciano maggiore spazio all’interpretazione dell’osservatore, può evocare ai classicisti il verso di Orazio: “Exegi monumentum aere perennius”, quasi a dire che il bronzo è simbolo stesso del materiale duraturo.

FOTOGRAFA E NON SOLO – E veniamo a Sonia Falcone (1965). Affermata artista boliviana che si è sperimentata non solo nella fotografia. Sue anche le montagne di spezie, esposte, le video installazioni che riproducono i voli di farfalle, o che materializzano l’idea del “camminare sulle uova”. La fotografia proposta per “Eternity” è un autoritratto proposto da diverse prospettive e molto elaborato: immagine scattata in 3D, e retroilluminata, del capo privato dei capelli. Sembra il modello di una scultura antica. Se non che al posto delle orecchie, della bocca e degli occhi compaiono delle cerniere, a evocare la costrizione al silenzio, legata a vicende politiche che hanno coinvolto il marito dell’artista. Un’opera, questo autoritratto, che, ci dice la curatrice Linda Bajare, ha colpito molto il pubblico e che non è stato difficile anche vendere.

LA FOTOGRAFIA NELL’ARTE CONTEMPORANEA – In conclusione ci concediamo una riflessione. La fotografia nasce proprio come possibilità di rendere eterno l’istante che passa, e quindi in una mostra come “Eternity” entra a pieno diritto. Al di là del contenuto dell’opera proposta. Soprattutto in un’epoca in cui l’immagine è “invasiva” e onnipresente come oggi, la fotografia cambia e cerca nuovi stimoli, nuove forme per distinguersi e definirsi. O dovrebbe farlo. Uno stimolo all’osservatore, all’appassionato, è anche vederla come una delle forme dell’arte contemporanea, e non solo “riproduzione di quello che vedo” (in proposito si possono vedere gli articoli di Fotozona sulla “photosofia” e i vari livelli di lettura del reale dal punto di vista fotografico). Un accostamento che, come abbiamo visto nel caso di Affordable Art Fair, piace anche ai giovani.

 

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